Progetto LIFE Governance MAKING GOOD NATURA
il pagamento dei servizi ecosistemici come modello innovativo per la governance efficace delle aree agroforestali nei Siti Natura 2000
L’Ente Parco è partner territoriale con il CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente, con sede legale presso l’Università degli Studi del Molise), il WWF ITALIA, il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare), il MIPAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), l’EURAC (Accademia Europea di Bolzano - Istituto di Ricerca e di Formazione), l’ERSAF LOMBARDIA (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste), la REGIONE SICILIA (Azienda Foreste Demaniali), il PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO, il PARCO NATURALE DEL SASSO SIMONE E SIMONCELLO (Pesaro – Urbino) del Progetto Life Governance “Making Good Natura - Il pagamento dei servizi ecosistemici come modello innovativo per la governance efficace delle aree agroforestali nei siti Natura 2000”.
Tale progetto è finalizzato alla messa a punto di un modello innovativo di Governance dei Siti della Rete Natura 2000, con particolare attenzione ai siti con un’elevata incidenza di aree agroforestali, elaborando forme di valutazione biofisica, qualitativa e quantitativa dei servizi ecosistemici nei siti della Rete Natura 2000. Il focus del progetto è creare i presupposti per il raggiungimento di una efficace gestione degli habitat e delle specie animali e vegetali, designati dalle Direttive Habitat e Uccelli, fornendo agli amministratori dei siti Natura 2000 strumenti di gestione e autofinanziamento che costituiscano forme di remunerazione delle attività di tutela.
L’Ente Parco partecipa al progetto con due Siti Pilota della Rete Natura 2000:
- SIC IT 9310014 denominazione “Fagosa – Timpa dell’Orso” – territorio dei comuni di Rotonda, Morano Calabro, Viggianello, San Severino Lucano, Fardella, Chiaromonte, Terranova di Pollino, Cerchiara di Calabria, Castrovillari, San Lorenzo Bellizzi, Frascineto;
- SIC IT 9310008 denominazione “La Petrosa” - territorio del Comune di Castrovillari.
Nell’ambito delle azioni progettuali sono previsti una serie di incontri con gli stakeholder (portatori di interessi) al fine di definire e valutare in maniera congiunta i servizi ecosistemici generati dai Siti Natura 2000 Pilota ed individuare forme di remunerazione attraverso pagamenti da parte di soggetti pubblici e privati che usufruiscono di tali servizi.
All’indirizzo web http://www.lifemgn-serviziecosistemici.eu/IT/home/Pages/default.aspx è possibile seguire le numerose attività in itinere e reperire ulteriori informazioni sul progetto.
Responsabile del progetto
dott. forestale Giuseppe De Vivo
I Siti Natura 2000 sperimentali nel territorio del Parco
SIC IT 9310014 “Fagosa-Timpa dell'Orso”
A cavallo tra due Regioni, la Basilicata e la Calabria, si estende su di una superficie di circa 6.000 (seimila) ettari, interessando il territorio dei Comuni di Rotonda (PZ), Viggianello (PZ), San Severino Lucano (PZ), Fardella (PZ), Chiaromonte (PZ), Terranova di Pollino (PZ), Morano Calabro (CS), Cerchiara di Calabria (CS), Castrovillari (CS), San Lorenzo Bellizzi (CS), Frascineto (CS).
Comprende due habitat prioritari: il 9220 Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis, ed il 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia).
Il territorio del SIC è quasi del tutto ricoperto da boschi di faggio, alcuni dei quali gestiti secondo un Piano di Assestamento Forestale, come nel caso dei boschi dei proprietà dei Comuni di Rotonda, Chiaromonte, San Severino Lucano, Terranova di Pollino e Viggianello, nel versante lucano del Parco. Tra questi boschi, si evidenzia la presenza di un importante Popolamento Vetusto di Faggio, radicato lungo la dorsale che da Coppola di Paola raggiunge Cozzo Ferriero, in agro di Rotonda (PZ), in prossimità dello spartiacque che segna il confine tra Basilicata e Calabria, esteso circa 50 ettari e con numerosi esemplari di circa 300-350 anni di età, nel quale l’assenza di impatti significativi legati alle attività umane per un periodo di tempo sufficientemente lungo, ha consentito alle dinamiche naturali di esprimersi, dando luogo a cenosi strutturalmente complesse e ricche di biodiversità.
Altresì importanti i boschi misti di Abete-Faggio, oggi formazioni relitte, un tempo molto più diffusi su tutto l’arco appenninico. Le più consistenti formazioni di questo tipo si trovano nel Comune di Terranova di Pollino e San Severino Lucano dove si osservano esemplari di mole notevole. L’abete bianco, che sicuramente ha conosciuto nel corso del tempo una riduzione del suo areale locale dovuta al taglio preferenziale rispetto al faggio date le caratteristiche tecnologiche del legno, è presente soprattutto nel versante nord-orientale del massiccio del Pollino e più precisamente sotto la Serra di Crispo (2053 m s.l.m.) nelle contrade di Fagosa, Cugno dell’Acero, Cugno Ruggero, Cugno Cumone, Acqua Tremola, Piana di S. Francesco e Bosco Iannace. Nuclei minori si trovano a Monte Caramola e sul versante occidentale della Serra del Prete, nonché lungo il Torrente Frido, sotto il Timpone Canocchiello (1885 m s.l.m.). Degno di nota appare il contatto tra l’abete bianco ed il Pino loricato (Pinus leucodermis) sotto la Serra di Crispo, unico esempio in Italia di bosco montano misto di faggio, abete bianco e pino loricato a carattere tipicamente balcanico.
I popolamenti di Pino loricato rappresentano la caratteristica vegetazionale più peculiare del Parco Nazionale del Pollino, entro i cui limiti ricade l’intero areale italiano di questa specie. Tuttavia all’interno del SIC “Fagosa-Timpa dell’Orso” la presenza della specie interessa solo i costoni orientali di Serra Crispo e Serra delle Ciavole.
Dal punto di vista faunistico si segnala la presenza del lupo che utilizza questi boschi come luoghi di rendez-vous. Altresì importante la presenza della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis), della Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), e dell’Ululone appenninico (Bombina pachypus).
SIC IT 9310008 “La Petrosa”
A ridosso del tessuto urbano della Città di Castrovillari (CS), si estende su una superficie di circa 350 ettari, nel versante calabro del Parco. Deve il suo nome alla notevole rocciosità affiorante ed è importante per la sua vegetazione naturale costituita da formazioni vegetali rade con arbusti bassi e spinosi e vaste praterie a dominanza di Stipa austroitalica (Stipa austroitalica).
Tra gli habitat presenti, il prioritario 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea” ed il 5330 “Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici”.
La gariga è la tipica formazione vegetale di questo sito, delle zone più aride e scoperte del territorio del Parco, tra le cui specie si ritrovano le Euforbie (Euforbia rigida, Euforbia spinosa), l’Elicriso (Helichrysum italicum), i Cisti (Cistus incanus, Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis) e la Lavanda (Lavandula angustifolia). Tra le altre specie sono da ricordare il Pigamo di Calabria (Thalictrum calabricum), il Dittamo (Dictamnus albus), lo Zafferanastro giallo (Sternbergia lutea) ed alcune orchidee come l’Ofride di bertolonii (Ophrys bertolonii), l’Ofride gialla (Ophrys lutea), la Vesparia (Ophrys apifera), l’Ofride fior di vespa (Ophrys tenthredinifera) e la Serapide maggiore (Serapias vomeracea). Dal punto di vista faunistico, si segnala la presenza della Malmignatta (Latrodectes tredecimguttatus), un ragno che appartiene allo stesso genere della Vedova nera americana. È nera con tredici macchie rosse sull’addome ed è grande quanto una ciliegia. Il morso provoca dolore che può essere accompagnato da vomito, convulsioni e debolezza, ma non è mortale se non in casi rarissimi. Spicca la presenza della Stregona dentellata (Saga pedo), un Ortottero presente nell’allegato IV della Direttiva “Habitat”. Questo impressionante Ortottero, detto in Francia “aragosta di Provenza”, è un vero gigante degli insetti europei e può misurare da 6 a 10 centimetri. Tra le mantidi una specie estremamente bella, rara e di grande effetto è Empusa pennata, diffusa nelle zone più calde d’Italia e ben più comune al Sud. Molto interessante, perché molto localizzata e mai abbondante, è la presenza nell’area della Petrosa di un Lepidottero appartenente alla famiglia dei Satyridae: Melanargia arge. Da segnalare anche la presenza di Arctia festiva qui al suo limite meridionale.
La maggior importanza della “Petrosa” è però legata all’avifauna presente; è, infatti, l’unico posto in Italia dove è possibile rinvenire la nidificazione contemporanea di tutte e cinque le allodole italiane: Calandra (Melanocorypha calandra), Cappellaccia (Galerida cristata), Tottavilla (Lullula arborea), Allodola (Alauda arvensis) Calandro (Anthus campestris).
Info
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