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Pino Secco Licenziata
Frontespizio Progetto Po001

Parco di carta, parco-accademia, parco-fantasma, parco-telenovela, parco di Penelope, parco filosofale: queste le tante definizioni attribuite al Parco del Pollino.

Questa abbondanza di appellativi deriva dal fatto che nessuna altra Area protetta in Italia è riuscita ad eguagliare il primato in dibattiti, studi, progetti, piani, tutti immancabilmente finiti nel nulla. Un fiume di parole che viene da molto lontano se già nel lontano 1958, per fare il punto sulla necessità della valorizzazione del Massiccio, veniva pubblicato il volume "Precedenti storici per la valorizzazione scientifica e turistica del Pollino...", a cura del castrovillarese Agostino Miglio.

Il 1958 comunque può essere considerato l'anno in cui i grandi valori naturalistici e culturali del Pollino si affacciano per la prima volta sulla scena nazionale. È, infatti, nel giugno di quest'anno che viene presentato alla Camera dei Deputati un "Progetto di Legge per la Valorizzazione del Pollino" e nell'agosto dello stesso anno viene celebrata a Piano Ruggio la VII Festa Nazionale della Montagna. Ritroveremo poi l'area del Pollino in tutti gli elenchi di ambienti naturali italiani da tutelare, a partire dalla prima enunciazione di A. M. Simonetta apparsa su "Casabella" nell'aprile del 1964.

Le battaglie ambientaliste

Il Pollino è stato il terreno di scontro di tante battaglie ambientaliste, in particolare per il WWF. Nel febbraio del 1968 la neonata associazione presentò a Potenza una "Proposta di un parco nazionale calabro-lucano del Pollino". Contemporaneamente all'idea proposta dal WWF, veniva presentato il progetto "Pollinea" dal Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione del Golfo di Policastro, che prevedeva oltre a improbabili stazioni sciistiche, la costruzione di strade in quota che, se realizzate, avrebbero smembrato il "cuore" del Parco.
A questo primo tentativo di speculazione ne succedette un altro nel 1970 con il progetto presentato dalla società OTE del gruppo EFIM-INSUD. Un progetto impostato con vedute faraoniche che inglobava l'intero Massiccio in una grande città delle nevi. Nello stesso anno il CNR incarica un'equipe di illustri naturalisti del WWF, tra cui Valerio Giacomini, Franco Tassi e Fulco Pratesi, pietre miliari dell'ambientalismo italiano, per l'elaborazione di un "Piano d'assetto naturalistico territoriale del Parco Nazionale Calabro Lucano del Pollino".
Il progetto elaborato, oltre a graduare il territorio in diversi livelli di tutela e protezione, dimostrò per la prima volta, attraverso un'attenta analisi costi-benefici, come la conservazione della natura fosse più redditizia dei progetti speculativi sopra citati.
Questo studio rappresenta la prima indagine scientifica, al di fuori di ogni pregiudizio, tendente a dimostrare come l'istituzione di un'area protetta, oltre a proteggere e tutelare l'ambiente, risulti un'occasione di sviluppo e non di svantaggio per le popolazioni locali. Analoga ricerca venne commissionata nel 1990 dal WWF al NOMISMA per il Parco d'Abruzzo.

Il libro bianco e il concorso di idee per la creazione del Parco

La Regione Basilicata nel marzo del 1973 pubblica un libro bianco tentando un compromesso tra le due ipotesi contrapposte presentate dal WWF e dall'EFIM. Questo documento comunque ebbe il merito di produrre una iniziativa legislativa con la quale la Regione Basilicata proponeva alla Regione Calabria l'elaborazione congiunta di un "Progetto speciale per la valorizzazione del Pollino".
L'iniziativa non ebbe seguito, e ciò indusse la Regione Basilicata ad assumersi il compito di portare avanti la proposta con la formula di Parco Regionale.
Il 29 agosto 1977 veniva bandito un concorso di idee per la creazione di un parco naturale nel versante lucano del Massiccio. Il concorso venne vinto da un Gruppo Interdisciplinare di studio coordinato dall'arch. Ferrara e composto da numerosi studiosi, tra i quali il prof. Valerio Giacomini, il prof. Alberto Simonetta, il prof. Umberto Bagnaresi, l'arch. Augusto Cagnardi, il dr. Giampietro Rota, l'ing. Annibale Formica. Il gruppo vincitore, quattro anni dopo, nel luglio del 1981, consegna alla Regione il Progetto Pollino, sei volumi che sintetizzano le analisi e le proposte elaborate di cui, nel dicembre 1985, sarà approvato soltanto il Piano Territoriale di Coordinamento.

1986: L'istituzione del Parco

Il Parco Regionale del Pollino, sebbene istituito con L.R. n. 3/1986, non è stato mai messo in condizione di avviare la benché minima attività di gestione.
Lo Stato italiano si occuperà del Pollino in modo episodico e anomalo, basti pensare che l'istituzione del Parco Nazionale avverrà con l'art. 18 della Legge finanziaria n. 67 del 1988. Due anni dopo, nel 1990, con un decreto ministeriale si fisserà la perimetrazione provvisoria e le misure di salvaguardia.
Il Parco Nazionale del Pollino si avvia, di fatto, a diventare una realtà solo nel 1993 con l'istituzione dell'Ente e nel 1994 con la costituzione degli organi di gestione.

Testo di Annibale Formica e Bruno Niola, tratto da "Uomo & Natura", Trimestrale delle aree protette Mediterranee, ed.Electa, Anno I, n.1, pp. 8-12.

 

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