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Cozzo Ferriero07 Pierluigi Rottura

Candidatura Faggeta vetusta di Cozzo Ferriero

Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco aveva approvato nel 2010 il programma "Foreste di faggio vetuste dei Carpazi, in Slovacchia e Ucraina" per aggiungerle alle Foreste vetuste di faggio della Germania nel corso della 35a sessione tenutasi a Parigi nel 2011.
Il Comitato aveva raccomandato agli Stati di Ucraina, Slovacchia e Germania – al fine di garantire un approccio globale per la conservazione dei boschi di faggio vetusti d'Europa – di collaborare con il sostegno della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e il World Heritage Centre con gli altri Stati interessati alla ricerca di altre potenziali foreste vetuste di faggio al fine di assicurare la protezione di questi sistemi forestali unici.
Nel processo di nuova nomina l'attenzione si focalizzò sulle regioni bio-geografiche situate alle basse latitudini, in particolare sulle “zone rifugio” e sui siti che presentavano un gradiente altitudinale che permetteva alle faggete di adattarsi ai cambiamenti climatici.
Il 19 giugno del 2012 la Faggeta vetusta di Cozzo Ferriero, che risultava essere il nucleo vetusto di faggio più meridionale d’Europa, fu proposta insieme ad altre faggete italiane nel corso del Workshop europeo “Beech Forests – Joint Natural Heritage of Europe – Towards a finite serial transnational nomination of primeval and ancient Beech Forests of Europe to the UNESCO World Heritage List” tenutosi a Villavallelonga (AQ), nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, organizzato dall’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo) diretto dai Prof.ri Gianluca Piovesan e Alfredo Di Filippo, esperti europei di boschi vetusti e dall’Agenzia Federale della Germania per la Conservazione della Natura, coordinata dal Prof. Hans Knap.
La foresta vetusta di Cozzo Ferriero, estesa circa 70 ettari ed edificata da alberi di circa 400 anni di età, nel Comune di Rotonda, venne, quindi, candidata, per iniziativa dell’Ente Parco, a Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.
Il progetto di candidatura, quindi, andò avanti all’interno del progetto europeo “Beech Forests – Joint Natural Heritage of Europe”, coordinato per l’Italia dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dal Ministero dell’Ambiente, con la partecipazione di 10 Paesi europei, coordinati a livello europeo dall’Austria, che presentarono l’iscrizione nella Tentative List dell’UNESCO nel gennaio 2015, e un corposo fascicolo di candidatura nel gennaio 2016, corredato dalle risultanze di anni di studio.
Nell’ottobre del 2016 venne effettuata una visita ispettiva da parte del Commissario internazionale UNESCO, Dott.ssa Lu Zhi (Cina), accompagnata dai funzionari del Parco, dalla Dott.ssa Cristina Potenza del C.T.A. di Rotonda, dal responsabile scientifico Prof. Gianluca Piovesan dell’Università della Tuscia, il Prof. Francesco Ripullone dell’Università della Basilicata, da vari ricercatori e guide del Parco. Le caratteristiche strutturali e bioecologiche della foresta di Cozzo Ferriero erano ben conosciute al mondo scientifico e della ricerca, e tutto il materiale di studio confluì in un corposo dossier tecnico al vaglio del Commissario Unesco Lu Zhi.
Finalmente, il 7 luglio del 2017 la Commissione per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO riunitasi a Cracovia ha deliberato il riconoscimento della Faggeta vetusta di Cozzo Ferriero a Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Candidatura Faggeta vetusta del Pollinello

Successivamente, nel 2019, studi condotti nell’area del Pollinello, in collaborazione con l’Università della Tuscia nell’ambito della Direttiva Biodiversità promossa dal MATTM, avevano portato alla scoperta dei faggi più vecchi d’Europa, aventi un’età di 620 anni. Si rese, quindi, necessario realizzare un nuovo processo di Candidatura UNESCO per le aree afferenti al Parco Nazionale del Pollino, estendendo la precedente componente di “Faggeta di Cozzo Ferriero” a formare un cluster che includesse la “Faggeta del Pollinello”, che aveva già superato il primo screening di ammissibilità effettuato durante il Workshop “Beech Forests Joint Natural Heritage of Europe” svoltosi a Vienna il 14 gennaio 2020.
Per l’Italia, tale estensione per la regione biogeografica appenninica meridionale riguardava i seguenti siti: Pollinello nel Parco Nazionale del Pollino, Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano, Valle Infernale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Il processo di candidatura prevedeva la realizzazione di una visita ispettiva che fu eseguita a settembre 2020 da un ispettore IUCN (Mr. Jan Woollhead - Gran Bretagna), accompagnato da uno staff tecnico-scientifico composto da un esperto austriaco (Dr.ssa Anna Kovarovics) che costruì il dossier europeo, due esponenti del Ministero dell’Ambiente, due professori dell’Università della Tuscia, funzionari del Parco Nazionale d’Abruzzo (Capofila del progetto in Italia) i quali illustrarono le peculiarità e le motivazioni a supporto della candidatura a patrimonio UNESCO dei siti ubicati nei tre Parchi Nazionali su menzionati. (Foto 4)
Il 28 luglio 2021, il Comitato del Patrimonio Mondiale riunitosi a Fuzhou in Cina decretò il riconoscimento della Faggeta vetusta del Pollinello a Patrimonio mondiale dell'Umanità dell’Unesco.

Galleria fotografica

Il dott. Giuseppe De Vivo con il prof. Hans Knapp
La visita ispettiva del commissario internazionale Unesco Lu Zhi (ottobre 2016)
Il dott. Giuseppe De Vivo con il commissario internazionale Unesco Lu Zhi
Visita ispettiva per il processo di candidatura della Faggeta vetusta del Pollinello (settembre 2020)
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