Figura 9 - a) Profilo geologico semplificato, nell’area del confine Calabro-Lucano, dell’Appennino meridionale-Massiccio del Pollino. b) Schema paleogeografico del margine continentale apulo durante il Cretaceo (da Cello & Mazzoli, 1999).
Durante lo stadio I si sviluppò un cuneo di accrezione in risposta alla subduzione oceanica verso nord della litosfera della Neotetide al di sotto del margine continentale settentrionale. Lo stadio II iniziò con l’obduzione del complesso di accrezione e continuò con le prime fasi di deformazione e accrezione del margine continentale apulo. Durante questo stadio il cuneo di accrezione sovrascorse sul margine meridionale della Neotetide e la deformazione interessò i domini più occidentali del margine continentale. Durante lo stadio III la deformazione nell’Appennino meridionale viene correlata all’apertura del bacino Tirrenico e la coeva accrezione dei domini più orientali prevalentemente da processi di underplating, con processi di deformazioni associati allo sviluppo di tettonica trascorrente (Monaco, 1993). L’ultima fase di deformazione riconosciuta nell’area inizia nel Pleistocene basso, quando la ripartizione della deformazione nell’area di avampaese si esplicò maggiormente con lo sviluppo di faglie trascorrenti e strutture tettoniche positive e negative associate. Come risultato, la maggior parte delle strutture positive della catena si svilupparono dalla sovrapposizione di deformazione associata a sistemi di faglie trascorrenti sinistre su strutture preesistenti che si originarono durante le fasi di accrezione del cuneo appenninico. L’attivazione dell’ultimo regime tettonico è anche responsabile della forte dislocazione della catena in settori dislocanti diverse strutture crostali profonde (Monaco, 1993). Le faglie trascorrenti sinistre più importanti possono mettere a contatto porzioni differenti della catena appenninica, con lo sviluppo spettacolare di alti e depressioni strutturali.
Infine, la storia geologica, stratigrafica e strutturale dell’intero Massiccio del Pollino è il risultato dell’evoluzione di lungo termine di domini geologici differenti e contigui. In questo contesto la catena, in tutti i suoi stadi di costruzione, testimonia la varietà delle rocce, delle strutture geologiche, e dei lineamenti morfotettonici che la rendono articolata e spettacolare.