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Pollino (foto Francesco Rotondaro)
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I principali affioramenti dell’Unità del Pollino-Ciagola sono collocati lungo la dorsale dei monti Ciagola-Gada e lungo gli abitati di Aieta, Maratea e Campotenese, e comprendono depositi in facies di pendio carbonatico.

Lacune stratigrafiche variabili e importanti sono presenti in queste facies di pendio, che furono considerate come le equivalenti laterali della successione di piattaforma affiorante nel Massiccio del Pollino.

Il tardo Triassico è quasi sempre rappresentato da spessi strati di dolomie grigio biancastre. Strati laminati con facies tipo fenestrae sono generalmente alternati a strati ricchi in bivalvi e gasteropodi, indicanti sedimentazione peritidale, di ambienti di bassa energia. Il contenuto fossilifero (gasteropodi, foraminiferi e alghe) è tipico del Norico-Retico. Le dolomie passano verso l’alto a calcari con valve centimetriche di Megalodon, del tardo Norico–Retico inferiore. Nel Giurassico si ha una marcata differenziazione di facies tra le aree di affioramento orientale e occidentale. Nella prima, wackestone e packstone calcarei con foraminiferi, alghe, ooidi e oncoidi sono dominanti, indicando un persistente ambiente di mare basso e lagunare. Come tali, queste successioni sono comparabili con quelle dell’area del Monte Pollino. Calcari risedimentati sono dominanti sui monti La Serra, Monte Ciagola e l’area di Aieta, che indicano una transizione laterale al dominio di pendio. La successione più completa è quella del Monte La Serra, dove i calcari a Megalodon del Triassico sono sostituiti verso l’alto da conglomerati calcarei fango-sostenuti ricchi in coralli, gasteropodi, spugne e frammenti di echinidi. L’età giurassica è confermata nella parte inferiore dell’intervallo dalla presenza di Stylothalamia sp.. Sul Monte Ciagola i conglomerati contengono una matrice marnosa giallastra e sono generalmente deformati.

Una distribuzione di facies simile si registra nell’intervallo cretacico, con l’area orientale dominata da facies di mare basso e quella occidentale occupata da depositi di pendio risedimentati. I primi sono rappresentati da calcari grigiastri ciclici generalmente ben stratificati con fossili caratteristici di shelf di questa età (requienidi, radiolitidi, hippuritidi) e un ricco contenuto di microforaminiferi e alghe. Questi depositi risedimentati comprendono calcareniti grossolane gradate, floatstones e rudstones con abbondanti bioclasti di ambiente marginale (rudiste, gasteropodi, coralli, echinodermi). Le facies risedimentate sono molto abbondanti nella parte alta della successione.

Nel Massiccio del Pollino I calcari di mare basso a rudiste sono coperti in disconformità dalla Formazione di Trentinara di ambiente lagunare e di mare basso (Fig. 7), seguita da calcareniti di piattaforma dell’Aquitaniano medio-Burdigaliano inferiore (Formazione di Cerchiara), e da depositi torbiditici silicoclastici del Langhiano che inclucono le quarzareniti “Numidiche” della Formazione del Bifurto (Fig. 7-8).

Sul margine sud-orientale del Massiccio del Pollino le formazioni di Cerchiara e del Bifurto sormontano direttamente i calcari del Cretaceo. In altre aree, invece, i carbonati cretacei di mare basso sono seguiti da brecce calcaree grossolane. La presenza di Nummuliti nei clasti e nella matrice, indica che gli strati non sono più antichi del Paleocene. Queste brecce evolvono rapidamente a strati di calcareniti che sono fortemente deformati e contengono, nella parte alta della successione, Myogipsina sp. e altri foraminiferi del Miocene. La successione è ricoperta da marne, peliti e rare intercalazioni di quarzareniti, che possono essere correlate con la Formazione del Bifurto (Iannace et al., 2005; 2007).

In alto, figura 8 – Ricostruzione paleogeografica (Oligocene-Miocene inferiore) del Mediterraneo occidentale durante la chiusura progressiva del bacino oceanico residuo e l’inizio della collisione nell’Appennino meridionale (da Critelli, 1999; Critelli et al., 2011).

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